Il viaggio della nostra vita parte dalla “programmazione perinatale”
Il viaggio della nostra vita, dal concepimento al momento della nascita, dalla vita intrauterina (prenatale) a quella extrauterina (postnatale), dall’infanzia all’età adulta, va visto come un continuum. In questo senso si può affermare che il feto e il neonato sono padri dell’uomo e non viceversa. Sembra un’affermazione paradossale e provocatoria, ma il feto e il neonato racchiudono le radici profonde dell’adulto di domani.
Fino a non molto tempo fa pensavamo che il neonato fosse un organismo sostanzialmente sano e che si deteriorasse progressivamente e inevitabilmente con il tempo diventando uomo. Oggi riteniamo invece che il feto e neonato alberghino in sé, fin dall’epoca perinatale, la vocazione ad ammalarsi, al di là e oltre l’ereditarietà genetica: è quello che prende il nome di epigenetica. La genetica propone, l’epigenetica dispone.
La programmazione perinatale o perinatal programming
David Barker ha illustrato l’ipotesi del perinatal programming (programmazione perinatale). In accordo con la sua teoria, la risposta di un organismo in via di sviluppo a uno specifico cambiamento, che avvenga durante una finestra temporale critica del periodo perinatale, altera la traiettoria dello sviluppo stesso, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, provocando effetti permanenti sul fenotipo. Barker, focalizzando la sua attenzione sull’importanza del feto e di ciò che avviene nella vita all’interno dell’utero materno, ha determinato una vera e propria rivoluzione nel pensiero medico.
Quindi è molto importante il concetto di finestra temporale di vulnerabilità. Facciamo un esempio: se somministriamo a ratti femmine gravide del cortisone prima della 16ª settimana, o dopo la 18ª settimana di gestazione, non succede nulla a livello dell’apparato cardiocircolatorio del neonato. Se invece si somministra lo stesso cortisone e nella stessa quantità alla 16ª-17ª settimana, si determinerà nella prole un’ipertensione estremamente grave.
Ogni trimestre della gravidanza è caratterizzato da finestre di vulnerabilità di specifici organi e apparati (ad esempio per il cervello è il terzo trimestre di gravidanza), ma se conosceremo meglio la fisiopatologia, potremo immaginare di trasformare queste finestre di vulnerabilità in finestre di opportunità, ad esempio evitando di somministrare farmaci in alcuni periodi specifici della gravidanza.
Dieci cose da ricordare sulla programmazione prenatale
Riassumiamo in pochi punti (un decalogo) alcuni concetti importanti:
- Trasformare le finestre di vulnerabilità in finestre di opportunità: vi sono alcuni periodi critici, durante lo sviluppo nel grembo materno, in cui la presenza di condizioni subottimali rendono vulnerabile il feto. Tali periodi sono diversi per i diversi organi dell’organismo. Conoscendo questi aspetti, si può intervenire monitorando l’alimentazione e il benessere della gestante.
- “In my beginning is my end” (T.S. Eliot): il perinatal programming ha effetti permanenti sull’organismo a breve e lungo termine e può modificare la suscettibilità alle malattie e il modo di esprimersi della malattia (diseasome).
- God save the brain: il perinatal programming determina la struttura permanente di organi importanti, cercando di salvaguardare sempre il cervello, e, in ordine decrescente di importanza, cuore, surrene, rene, e poi tutti gli altri organi.
… Siete curiosi di conoscere gli altri punti del decalogo? Potete leggerli nel quinto capitolo del libro “Metabolomica e microbiomica. La medicina personalizzata dal feto all’adulto“!